Il paese

     San Floro (260 s. l. m.) è un piccolo paese a pochi chilometri dal mare sul versante ionico, in provincia di Catanzaro. Si presenta come un meraviglioso plastico che racchiude nelle sue case e nelle sue strade la umile vita del paese. L’impoverimento umano, causato dalla valanga migratoria, si accentua sempre di più, ma molti figli di questa terra, verso la quale conservano un legame affettivo, amano tornarci in occasione dei festeggiamenti del santo patrono il 18 agosto, così nella prima domenica di maggio, giornata di penitenza, dedicata sempre al santo.

 

Nel territorio sanflorese si riscontrarono vestigia di stanziamento preistorico della prima età del ferro (VIII sec. a. C.) proprio quando aveva inizio la colonizzazione greca che portava alla denominazione di Magna Grecia della regione, periodo rigoglioso e di maggiore floridezza. In questa terra fertile e ospitale potrebbero aver trovato pace e lavoro alcune comunità greche, che coi loro sacerdoti avrebbero potuto portare le reliquie del santo, da cui prese il nome il paese. Sappiamo tutti del periodo noto come iconoclastico, quando la conservazione e il culto delle reliquie dei santi orientali giungeva al punto di dare il nome ai luoghi in cui esse erano pervenute. Tra l’altro, da uno studio effettuato sulle Visite ad limina si deduce l’esistenza di una reliquia di s. Floro, custodita per tradizione e tenuta in venerazione, di cui però non si possiede alcun documento, ma che ha dato il nome alla cittadina.

 

Antico casale di Squillace di cui ne seguì le vicende fino alla fine del quattrocento, allorché venne smembrato dalla famiglia Strivieri. In seguito posseduto dai Mangione fino al 1599, ritornò alla famiglia Strivieri. Dal 1643 al 1711 sottostette a Cesare Marincola di Catanzaro e poi al duca Nicola Maria Caracciolo di Girifalco. Gravi danni produsse il terremoto del 1783, in cui persero la vita 46 uomini, 44 donne e 16 ragazzi e la totale distruzione della chiesa dedicata a s. Caterina.

 

In seguito all’ordinamento amministrativo disposto da Championnet, il paese veniva elevato a Comune nel Cantone di Catanzaro, e per effetto della legge 19 gennaio 1807 i francesi ne fecero una Università del governo di Squillace. Con l’istituzione dei Comuni, per decreto 4 maggio 1811, assegnarono San Floro al Circondario di Borgia, mantenuto in seguito al riordino disposto dai Borboni per legge 1 maggio 1816.

 

All’ingresso dell’abitato P. zza Marconi, con il suo castello medievale, antica residenza invernale del duca Caracciolo di Girifalco. Presenti nel paese altri tre palazzi, tuttora abitati.

 

Questa terra ha dato i natali a Giuseppe Rossi Milano, giurista e parlamentare, la cui statura intellettuale e politica ha abbagliato e segnato il suo tempo e portato in alto il nome del paese

 

L’unica chiesa parrocchiale presente è dedicata a s. Nicola vescovo.

 

In San Floro c’è anche da assaggiare. La lavorazione delle carni suine, gli insaccati hanno trovato qui il centro di più raffinate esecuzioni, fino a fare delle soppressate, l’esperto, il cui inimitabile sapore lo si può gustare solo in questo paese, dove il clima è congeniale alla perfetta conservazione e maturazione di tali prodotti.