Parroco che viene, usanze che cambiano.

   Parroco che arriva, usanze che cambiano.

   La processione che un tempo aveva inizio alle ore 16,00, oggi per volere del parroco inizia alle ore 18,00, forse per salvaguardarsi dal caldo! La statua del santo faceva delle soste lungo il giro del paese e questo serviva per dare più forza, qualora ve ne fosse bisogno, alla fede che vedeva il santo circondato di una aureola di sanfloresi, fermarsi davanti agli uscii di ciascuna abitazione.

Oggi la processione in paese ha una durata di tre ore: manca quel raccoglimento religioso di cui ha bisogno questo evento atteso da un anno all’altro. A causa di questo spostamento di orario è chiaro che il rientro della processione coincide con l’inizio dell’esibizione del gruppo musicale, per cui la popolazione dovendo rientrare per una fugace cena si ritrova in piazza quasi alla fine dello spettacolo, in tempo utile per assistere al sorteggio della lotteria, che una volta aveva un solo premio, la foto del santo incorniciata e oggi invece nei premi ci sono elettrodomestici all’avanguardia. Viene spontaneo chiedere al comitato dei “saggi” qual è il senso di pagare una serata musicale senza che il sanflorese possa goderne? In San Floro le tradizioni subiscono rapidi cambiamenti e i sanfloresi accordano senza ombra di dubbio il volere di una o due persone.

   Intorno alla festa patronale ruota una lotteria, non autorizzata, l’esibizione di gruppi musicali: i più strani che non riescono a gremire una piazza, fuochi pirotecnici, in questi ultimi anni dimostratisi di basso profilo e quindi non basta il cero della fede, ma serve ben altro. La popolazione, da parte sua, esplode la devozione con applausi dentro al tempio e fuori: basta un riferimento al santo, un momento di commozione del parroco e perché no anche la presentazione del comitato festa in parata sull’altare che qualcuno ha sospirato: “I discepoli per la cena del Giovedì santo sono pronti”. Diceva Benedetto XVI in merito: “Ritengo che questi applausi siano completamente fuori luogo, non siano da farsi, mai, per nessuna ragione. D’altro canto non è scritto da nessuna parte che gli applausi debbano farsi. Il tempio di Dio non è il luogo degli applausi. Il motivo? Il motivo è semplicemente che con l’applauso si sposta l’attenzione: si celebra l’uomo al posto di Dio. … Gesù certo li meriterebbe gli applausi, ma non li vuole. Probabilmente sotto la croce a nessuno venne in mente di applaudire”.

   Cosa dire poi della banda di Borgia che è l’unica cosa certa ormai da anni e il cui ormai obsoleto repertorio non riesce a svegliare l’interesse del popolo. Non è rara l’esecuzione di “Stelle e strisce” o “Inno alla gioia”, pezzi che nulla hanno da spartire con la sacralità dei festeggiamenti patronali, e comunque il basso prezzo concordato trova riscontro nella qualità. Questa banda, veterana ormai, conoscendo a memoria le viuzze del paese programma il percorso con tante pause musicali ed esecuzioni mirate nelle strade meno impervie. Certi ormai della loro partecipazione hanno incluso nel loro repertorio persino l’inno dedicato al santo che fino ad oggi era conosciuto solamente come pezzo cantato in processione.

   Altra tradizione che si vuole mutare (quest’anno è andata bene perché una copiosa pioggia non ne ha permesso lo svolgimento) sono i giochi dell’ottavario spostati al giorno precedente: questi mutamenti sono veramente una mancanza di rispetto nei confronti di chi per anni ci ha tramandato la storia del paese e sarebbe bene che il parroco, sanflorese, cresciuto tra le mura de paese, non seguisse percorsi di cambiamento solo per amore del diverso o per dire: “Questo l’ho fatto io”. Forse il parroco dovrebbe solcare quanto è appartenuto ai nostri padri e quanto era consuetudine ai tempi di quando faceva il chierichetto. Non so chi siano stati i componenti di tale comitato, ma considerati gli umori e le testimonianze dei sanfloresi credo non siano stati all’altezza della situazione. San Floro con piccoli, anzi piccolissimi importi ha conosciuto momenti di gloria in talune organizzazioni ad opera di associazioni, vuoi per qualità che per piazze piene. Si è cercato di imitare “u ballu d’o ciucciu”, ma anche questa è stata una brutta esperienza, sembrava una fiamma olimpica che ballava in piazza.

   Mi viene spontaneo chiedere al parroco, diretto responsabile, qual è il significato di queste innovazioni?

   A finale di serata c’è colui che si prende un po’ di gloria annunciando col microfono la patrimoniale dei festeggiamenti, dove le entrate e le uscite si sono equiparate e qui scatta l’applauso come sempre. I sanfloresi sono soddisfatti che le loro offerte sono andate a buon fine. Pagate le spese e tutte le competenze, compreso l’onorario del parroco (tutto è andato “pari e patta” come sempre).

   La festa è finita, si ritorna alla vita di sempre e l’anno successivo la memoria non ricorda quanto successo l’anno prima. I componenti della commissione ritornano a casa soddisfatti del loro operato per aver livellato la statua durante il percorso della processione, per aver contato i soldi, per aver cadenzato i tempi del giro processionale, per essere stato il primo (quale premio) a portare la statua in uscita sul sagrato della chiesa, mentre qualcuno è fiero di essere stato scoperto dal parroco e portato in chiesa, luogo dal quale era lontano da tempo!

   La nostalgia dei vecchi comitati festeggiamenti riaffiora con grande rimpianto!